mercoledì 31 ottobre 2012

Costruire galleggianti moderni



Ho cominciato a costruire galleggianti molti anni fa, usavo il leggerissimo legno delle radici di pioppo strappate dalle piene del Po e seccate dal sole sul greto. Avevano il pregio di essere molto facili da tornire, ma essendo molto porose erano difficili da impermeabilizzare, ed erano anche molto anche fragili. In seguito ho usato il sughero, molto più resistente  e impermeabile, ed ora, fedele all'idea di usare sempre materiale di recupero, uso le ciabatte infradito, le migliori sono quelle più economiche, che sono poco comode e che però ci dispiace buttare. La schiuma poliuretanica di cui sono fatte queste economiche calzature è l'ideale per costruire galleggianti e bombarde, che una volta verniciati con una vernice all'acqua, risulteranno quasi indistruttibili. Per tornire questo materiale, bisogna prima fustellare la soletta con un tubetto, di ferro, ottone o anche la vetroresina di una vecchia canna. Ottenuto il tondino, lo si infila su di una punta di acciaio lucida di 3 mm di diametro mentre gira serrata nel mandrino del trapano o fissata a qualunque altro motore di recupero, io sto usando una vecchi pompa di scarico da lavatrice, che consuma poco e non fa rumore. Se la ciabatta fosse troppo sottile per i nostri scopi, basterà incollarne due, una sull'altra, usando una colla a contatto tipo Bostik.

La punta cui mi riferisco è quella dove si infila il”pezzo” da tornire, il tondino di sughero o di ciabatta infradito, va infisso sulla punta mentre sta girando, che dev’essere sottile per non allargare troppo il foro del galleggiante e lucida perché si infila più facilmente( i galleggianti sono del tipo ad astina rimovibile con anellino sul fondo) e se il foro fosse troppo largo il filo della lenza non farebbe attrito. L’alberino del motorino che ho usato termina con una vite da 5 mm, io ho solo avvitato un lungo dado ed un’altra vite da 5 poi assottigliata a 2,5 /3 mm, tanto poi l’elasticità della gomma e del sughero tenderà a chiudere il buco.

venerdì 13 aprile 2012

finitura artificiali








Ho costruito moltissimi minnows, galleggianti, affondanti e suspending, non è difficile immaginare e intagliare pesciolini di legno, mettergli una paletta e vederli nuotare in modo davvero adescante. I problemi nascono con l'uso, il legno assorbe umidità, e succede così che al ritorno dalla pescata, il nostro capolavoro cominci a screpolarsi nelle giunzioni tra legno e stucco nel punto dove passa l'armatura. Ora ho provato a rivestire il prodotto finito di resina epossidica bicomponente. Questa resina che si trova in vendita in numerose forme, e serve per uso nautico, per impregnare la fibra di vetro, per iniettare stampi ecc. Per rivestire piccoli oggetti basta quella venduta sei vari Brico, nelle due siringhe appaiate. A differenza di quella industriale, è molto più densa, ma per l'uso che serve a noi è un pregio, perchè ci permette di dare una mano molto abbondante. Bisogna spremere la quantità necessaria su una superficie liscia e pulita e con la spatolina mescolare i due i componenti. Dopo aver afferrato il minnow per un anellino o per la paletta con una pinza bloccante, spalmiamo la resina con una flessibile spatolina d'acciaio, di quelle per belle arti, immediatamente la superficie apparirà irregolare, ma una volta rivestito completamente l'oggetto, la resina tenderà a livellarsi, purchè l'oggetto stesso sia tenuto sempre in movimento per i 5/10 minuti necessari perchè la resina si solidifichi, meglio se si sta al sole, perchè i raggi u.v. accelerano l'indurimento. La superficie apparirà liscia, trasparente e lucida, e benchè si possa maneggiare, perchè sia ben dura, ci vorrà qualche giorno. Se se ci fosse una bollicina o una piccola imperfezione, si può lisciare con un ferretto scaldato sulla fiamma,(non rovente)

lunedì 26 marzo 2012

Ledgering per tutti

Sono ancora a parlare di ledgering, sono forse il meno titolato per farlo, perchè ho ricominciato a pescare con il pasturatore solo l'anno scorso. Il ledgering, una tecnica che rende tantissimo e che è adatta ai pescatori più pigri, in quanto si sta seduti. (scherzo naturalmente)
Cosa serve per pescare a ledgering?  A questa domanda l'esperto farebbe nomi di canne e citerebbe celebri marchi di mulinelli, io da pescatore dilettante voglio invece affrontare l'argomento da un punto di vista alternativo. Se hai la macchina dietro il sedere, puoi portarti due o tre canne di varia potenza con mulinelli adatti, una bella serie di pasturatori di tutti i tipi e grammature, bigattini in quantità, pasture sfarinate, un po' di piombi, un guadino, una sedia con le gambe regolabili, un frigo portatile con la birra fresca e magari un ombrellone per quando il sole è troppo forte. Accade però che i posti buoni e  accessibili con l'auto siano molto pochi e quindi siano piuttosto frequentati, per cui se non vi piace avere concorrenti, bisogna scarpinare un pochino. A questo punto, succede come a trekking, bisogna limitare il peso e gli ingombri, la canna (una) che lanci 80/100 grammi, anche se poi basta anche molto meno, un mulinello misura 4, utile il bait runner, ma va bene anche senza, imbobinato con uno 0,25, meglio se con uno shock leader dello 0,28/030, che bisognerà sostituire ad ogni uscita, ma che ci risparmierà il filo in bobina.Ultimamente uso un filo di un bel colore giallo, che aiuta anche i deboli di vista a seguire gli eventuali spostamenti del pasturatore.
Nella sacca portacanne si mette anche il guadino, e due leggere forcelline per appoggiare la canna. In una capace borsa metteremo la minuteria, girelle, ami, perline, piombini, anti tangle, ecc.  Un sacchettino con i pasturatori e due o tre piombi, un contenitore per la pastura e uno per i bigattini, straccio, bilancia e fotocamera.  Servirà poi un leggero seggiolino, che munito di tracolla porteremo in spalla con la sacca portacanne. Non porteremo la nassa, perchè è inutile e dannoso tenere prigionieri i pesci per poi liberarli alla fine, io l'ho fatto una volta e quando a sera ho tirato su la nassa con dentro sei o sette pesci di grossa taglia è successo un macello, e poi c'era un tappeto di squame sul fondo.
Arrivati sul posto, si monta la canna con la solita montatura con anti tangle scorrevole cui si aggancia il pasturatore e finale di lunghezza direttamente proporzionale alla forza della corrente, più è forte, più il finale è lungo, dai 60cm. a oltre il metro. Il diametro consigliato è lo 0,20, tuttalpiù se dopo una mezzoretta non si vede nulla si può provare a scendere allo 0,18, ma sale di molto il rischio di strappare. L'amo del 12/14 non dev'essere a filo fine, come sarebbe giusto innescando bigattini, ma di tipo più robusto, magari forgiato. Personalmente uso ami senza ardiglione perchè li trovo più penetranti.
Conviene,  se non conosciamo già il posto, fare un lancio a pasturatore vuoto, per capire la profondità, e se il peso è sufficiente perchè rimanga fermo sul fondo, se tutto funziona è molto importante per me, mettere un nodo di stop colorato sulla lenza alla punta della canna, in modo da lanciare sempre alla stessa distanza e non pasturare tutto il fiume.
A chi volesse provare per la prima volta a pescare con questa tecnica nel Po suggerisco di aspettare a comprare le tipiche canne, per cominciare va bene una più economica canna da fondo, magari da mare, che lanci 80/100 g. Fondamentale ricordare di allentare la frizione anche se dovete allontanarvi  per pochi secondi,  per non rischiare di vedere la vostra canna prendere il largo.

venerdì 23 marzo 2012

Aspi a spinning d'estate


L'anno scorso, pescando a ledgering nel Po, ho preso decine di aspi, a volte mi sono portato la canna da spinning ma, vuoi perchè il posto non si prestava, vuoi perchè gli artificiali non piacevano, non avevo mai preso un aspio a spinning.
Quest'anno ho pensato: caspita (nei blog non sta bene scrivere parolacce) io dopotutto sono uno spinningofilo con decine di anni di esperienza, anche se i termini come crank, jerk ecc.moderni mi lasciano sempre un po' perplesso,   in più costruisco gli artificiali, non esiste che non riesca a catturare uno di questi bellissimi (anche se immangiabili) pesci, così riflettendo sui miei insuccessi ho immaginato che l'aspio, predando soprattutto a galla, soprattutto in estate, veda e senta molto più del pescatore, così che quando questi arriva sul greto del fiume, per quanto si muova con cautela, prima che arrivi vicino all'acqua (ma ora si dice sullo spot), l'aspio si porta fuori tiro, e comunque attiva tutti gli allarmi del caso, così che ogni artificiale del mio vasto campionario lo lascia del tutto indifferente. Quindi se non hai una barca che ti faccia avvicinare silenziosamente, non ti resta che evitare di calpestare la ghiaia, e lanciare molto lontano. Il posto giusto con la sponda erbosa e sabbiosa (scusate, lo spot) ce l'ho, l'esca piccola che vada lontano si può fare, e l'ho fatta, anzi ne ho fatta una piccola serie, dai 5 agli 8 grammi, che grazie alla compattezza, e imbobinando un trecciatino super fine, volano a trenta metri e più. Al secondo lungo lancio, il cucchiaino viene preso appena tocca la superficie, e tiro su un aspiotto sui due chili, dopo mi viene voglia di provare un "minnow" galleggiante economico da 7 o 8 cm  con il quale becco l'aspio della foto, che non avendo con me la bilancina non ho pesato, però per misurarne la lunghezza ho fatto un segno sulla canna, e arrivato a casa ho misurato la lunghezza in 78 cm, e ho stimato il peso in circa 5 kg, che rappresenta il mio record per l'aspio