Il blog dell'Antonio, suggerimenti e consigli per costruirsi esche artificiali, galleggianti bombarde e altri piccoli accessori per la pesca, sia in acqua dolce che in mare, con poca tecnologia e materiali di recupero.
martedì 15 settembre 2009
pesci diffidenti
A tutti noi è capitato pescando a fondo dalla scogliera o dal molo, di vedere una toccata che faceva pensare ad una abboccata e poi basta, abbiamo aspettato, presa la canna e tenuta con mano leggera sperando inutilmente di avvertire la partenza che segnala l'avvenuta abboccata. Succede spesso che il pesce avvertendo la resistenza della canna, anche se morbida, dopo aver assaggiato l'esca la abbandoni, ed è risaputo che la diffidenza dei pesci dipende dall'esperienza vissuta, quindi pesce grosso = pesce diffidente. Per non fare avvertire alla nostra futura preda la resistenza della canna, oltre ad usare canne con cimini sottili, alcuni usano mulinelli con bait runner che è in pratica come avere la frizione tutta aperta, ma a volte anche questo non basta, e capita che un'orata si prenda un metro o due di filo e poi abbandoni l'esca. Il miglior metodo, secondo certi astuti frequentatori delle scogliere, con i quali mi trovo pienamente daccordo, è tenere aperto l'archetto del mulinello, con il filo tenuto da una mollettina, in modo che alla prima tiratina si sganci, lasciando uscire liberamente il filo dalla bobina, così se in quel momento stiamo guardando altrove, magari stiamo preparando l'altra canna o guardando la ragazza sullo scoglio vicino, appena riportiamo gli occhi sulla prima canna ci accorgiamo dell'abboccata. E' importante che la canna sporga sull'acqua, altimenti il filo finirà sugli scogli, finendo preda delle patelle. La mollettina della foto è fatta con un pezzetto di bambù tagliata e con una legatura ad una estremità perchè non si apra. Ovviamente si possono costruire moltissimi modelli diversi di queste mollettine e mi piacerebbe che chi è interessato, provasse fino a trovare un modello adatto, "su misura" per chi lo usa e per le condizioni locali e del mare.
Aguglie difficili
Quello che rende affascinante la pesca, dal mio punto di vista, è il continuo variare delle condizioni non solo del mare, ma anche della disponibilità del pesce ad abboccare, l'incertezza della presenza dei pesci, ieri c'erano, oggi il mare è uguale ma di pesci non se ne vedono, bisogna quindi adattarsi e tentare nuove tecniche o varianti delle solite, e non insistere con il solito sistema di pesca perchè "si sono sempre pescati così", immaginate la noia sapendo che se vai a pescare in quel posto, con quell'esca, il pesce è garantito. L'aguglia è un pesce generalmente "facile " da catturare, ma può accadere di vedere questi pesci inseguire l'esca, attaccarla e poi non ingoiarla. Nella pesca dell'aguglia con la bombarda (galleggiante) e con il bigattino non è raro veder rifiutare l'esca, anche usando finali sottili. Questo potrebbe succedere perchè rallentando opportunamente il recupero fino a fermarsi, l'amo con l'esca affonda, e l'aguglia invece rimane a poche decine di centimetri dalla superficie.
Il primo passo è cambiare il finale, mettendo due metri di 0,12 ed eventualmente sostituire l'amo con uno più piccolo, ma se la situazione non migliora, possiamo infilare un minuscolo galleggiante a pallina (0,5-0,75 g.) sul finale fermandolo a circa 40 cm. dall'amo. Ovviamente il raggio d'azione sarà più limitato, ma potremo fermare il recupero ai primi segni di attacco mantenendo comunque l'esca in superficie, si vedrà il galleggiantino sparire o scattare lateralmente, segno che l'aguglia ha finalmente inghiottito l'esca. La foto ha lo scopo di mostrare lo schema della montatura che ho fatto con un trecciato per questioni di visibilità.
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