martedì 15 settembre 2009

Aguglie difficili


Quello che rende affascinante la pesca, dal mio punto di vista, è il continuo variare delle condizioni non solo del mare, ma anche della disponibilità del pesce ad abboccare, l'incertezza della presenza dei pesci, ieri c'erano, oggi il mare è uguale ma di pesci non se ne vedono, bisogna quindi adattarsi e tentare nuove tecniche o varianti delle solite, e non insistere con il solito sistema di pesca perchè "si sono sempre pescati così", immaginate la noia sapendo che se vai a pescare in quel posto, con quell'esca, il pesce è garantito. L'aguglia è un pesce generalmente "facile " da catturare, ma può accadere di vedere questi pesci inseguire l'esca, attaccarla e poi non ingoiarla. Nella pesca dell'aguglia con la bombarda (galleggiante) e con il bigattino non è raro veder rifiutare l'esca, anche usando finali sottili. Questo potrebbe succedere perchè rallentando opportunamente il recupero fino a fermarsi, l'amo con l'esca affonda, e l'aguglia invece rimane a poche decine di centimetri dalla superficie.
Il primo passo è cambiare il finale, mettendo due metri di 0,12 ed eventualmente sostituire l'amo con uno più piccolo, ma se la situazione non migliora, possiamo infilare un minuscolo galleggiante a pallina (0,5-0,75 g.) sul finale fermandolo a circa 40 cm. dall'amo. Ovviamente il raggio d'azione sarà più limitato, ma potremo fermare il recupero ai primi segni di attacco mantenendo comunque l'esca in superficie, si vedrà il galleggiantino sparire o scattare lateralmente, segno che l'aguglia ha finalmente inghiottito l'esca. La foto ha lo scopo di mostrare lo schema della montatura che ho fatto con un trecciato per questioni di visibilità.

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