Il blog dell'Antonio, suggerimenti e consigli per costruirsi esche artificiali, galleggianti bombarde e altri piccoli accessori per la pesca, sia in acqua dolce che in mare, con poca tecnologia e materiali di recupero.
martedì 25 ottobre 2011
Legering in autunno
E' arrivato l'autunno, le giornate si accorciano, il clima è decisamente rinfrescato e per i pescatori comincia quella che con la primavera è una delle migliori stagioni dell'anno. Il livello del Po è ancora basso (per ora) e le sue acque sono limpide. Per chi non conosce il grande fiume devo precisare che "acque limpide" dalle mie parti (tra Sesia e Tanaro) vuol dire che si vede il fondo dove ci sono 60 centimetri d'acqua. Sono scomparsi i barbetti di pochi etti che per i pescatori a legering in estate costituiscono la minutaglia, e le prede che abboccano ora sono costituite soprattutto dai grossi barbi europei, dagli aspi, breme e da carpe che, complice il fatto che vengono tutte o quasi reimmesse in acqua, sono sempre più grosse. Personalmente ho notato nel Po una rarefazione dei siluri, che qualche anno fa erano secondo me molto più numerosi, e credo che questo sia un bene, rispetto alle fosche previsioni di una decina di anni fa, quando sembrava che nel giro di pochi anni il nostro fiume sarebbe stato invaso solo da questi pesci. Quest'anno avrò forse fatto una ventina di uscite a legering, e non ho mai preso un siluro, certo potrebbe esserci stato qualche siluro tra i pesci che hanno strappato e che non ho potuto vedere, ma dieci anni fa pescando col pasturatore avrei sicuramente preso qualche siluro di tre o quattro chili.
domenica 2 ottobre 2011
Primo lucioperca
Ho preso il mio primo lucioperca. 80 cm per oltre 5 kg di peso.
Evidentemente di questi "nuovi" pesci ce ne deve essere una bella quantità nelle nostre acque, se ho centrato l'obiettivo alla prima uscita.
Proverò a mangiarlo, trasgredendo la mia filosofia del catch & release, ciao Beppe, come ho fatto con tutte le altre specie "nuove" del Po, siluri, breme e aspi che ora ora libero subito dopo averli slamati, in quanto per me sono immangiabili. L'ho preso innescando un'alborella viva, che però ho dovuto procurarmi altrove, visto che nel Po sono diventate rarissime.
Evidentemente di questi "nuovi" pesci ce ne deve essere una bella quantità nelle nostre acque, se ho centrato l'obiettivo alla prima uscita.
Proverò a mangiarlo, trasgredendo la mia filosofia del catch & release, ciao Beppe, come ho fatto con tutte le altre specie "nuove" del Po, siluri, breme e aspi che ora ora libero subito dopo averli slamati, in quanto per me sono immangiabili. L'ho preso innescando un'alborella viva, che però ho dovuto procurarmi altrove, visto che nel Po sono diventate rarissime.
giovedì 4 agosto 2011
costruire un pasturatore
Per pescare a legering, è indispensabile usare dei pasturatori, che consentono di portare sul fondo, nelle vicinanze dei pesci che vogliamo pescare, un richiamo sia visivo , che olfattivo. Ci sono in commercio una grande varietà di questi pasturatori, ed è possibile costruirne qualcuno di tipo semplice come questo, fatto con un pezzetto di rete zincata, una lastrina di piombo ed una fascettina di nylon.
Adatto per pasture sfarinate, possiamo farne di ogni misura e peso a seconda delle nostre esigenze.
legering in estate
Ho sempre provato un po' di invidia per quelle persone che tutto l'anno si svegliano prestissimo, senza nessuna fatica e sono immediatamente attive.Io purtroppo faccio parte di quel nutrito gruppo di persone che si alzerebbero verso le otto e mezza/nove, e che preferirebbe andare a pesca dopopranzo, con comodo. In estate questo non è possibile, in estate bisogna andare a pescare di prima mattina, prima che il sole scaldi troppo, inoltre, è risaputo che i pesci abboccano più volentieri la mattina presto, quindi, sveglia all'alba, rapida colazione e in sella al fedele scooter, si parte alla volta del grande fiume, distante una dozzina di chilometri.
Ho portato i soliti bigattini e la solita pastura, ma rispetto all'ultima uscita (a maggio) i risultati sono molto diversi. Fin dal primo lancio i pesci abboccano decisamente, solo che sono barbi di piccola taglia, e per qualche ora è un continuo prendere e rilasciare. Nella borsa ho anche una lattina di mais, e per rompere la noia penso di cambiare esca. Così sostituisco il pasturatore con quello costruito da me, illustrato nel post precedente, e pur innescando ancora bigattini, metto nel pasturatore la pastura compressa sul fondo, un pochino di chicchi di mais, e un altro po' di pastura sopra, in modo che ad ogni lancio e recupero, un po di mais rimanga sul fondo. Passata una mezz'ora, e una decina di lanci, comincio ad innescare il mais, un chicco appena pizzicato su un amo del 12, lasciando l'amo quasi tutto scoperto, quasi subito prendo una breme di oltre due chili, seguita da un'altra identica, segue un barbo di quasi due chili ed una carpa di oltre sei.
Ormai è mezzogiorno, è ora di tornare a casa.
venerdì 15 luglio 2011
Pescare oggi sul Po
Qualche anno fa chi voleva passare mezza giornata di pesca sul po, avrebbe avuto diverse possibilità di scelta: per esempio in caso di acque in calo e un po'velate dopo la piena, avrebbe potuto usare una canna fissa anche solo di cinque metri, e facendo una passatina vicino a riva divertirsi con barbi, cavedani, savette e le immancabili alborelle, a volte talmente numerose da rendere impossibile pescare altri pesci. Con acque più chiare si poteva usare una bolognese per pescare più lontano, oppure una canna fissa più lunga, attrezzi comunque all'altezza delle potenziali prede di allora.
Un giorno di aprile di quest'anno, mentre camminavo sul greto a valle del ponte di Valenza, con in mano la mia canna da spinnning, mi sono imbattuto in un pescatore con la bolognese, specie che credevo estinta, e fermandomi per fare due chiacchiere l'ho visto ferrare un bel pesce, che è poi risultato essere un aspio sul chilo e mezzo. La cosa mi ha fatto ricordare i bei tempi della gioventù e così, preso dall'entusiasmo, torno a casa, compro mezzo chilo di bigattini, preparo la bolognese da 6 metri che ogni tanto uso al mare, mulinello caricato con 0,20, galleggiante da 5 grammi, finale 018, e il pomeriggio seguente sono sul posto.
Dopo qualche fiondata di bigattini e poche passate, il galleggiante affonda decisamente e dopo un bel tira e molla viene a guadino un cavedano che stimo sui due chili, che l'ultimo di questa taglia l'ho visto negli anni '70. Passa una mezz'ora e abbocca un pigo di oltre un chilo, e dopo un'oretta ferro un'altro pesce, che però decide di prendere il largo e non c'è verso di farlo avvicinare, finchè cede il finale.
Alla fine torno a casa tutto contento, il filo del mulinello è da buttare, ed è evidente che la passata con la bolognese non è il modo migliore per pescare i pesci che oggi sono presenti nel Po, infatti il combattimento prolungato allontana gli altri pesci e prima di vedere un'altra abboccata può passare un'ora.
Penso allora al legering, non quello degli inglesi con le loro raffinate cannettine che vanno bene per le pigre correnti e che sono perfette con pasturatori da 30 grammi. Per tenere il fondo nel Po ci vogliono pasturatori molto più pesanti e quindi anche il resto dell'attrezzatura dovrà essere all'altezza, la canna deve poter lanciare almeno 100 grammi, meglio ancora 150, quindi vado a riesumare una vecchia canna da fondo che avevo modificato anni fa, cambiando la punta con una in fibra di vetro piena, abbinata ad un glorioso cardinal 55. Visto che per raggiungere la postazione giusta bisogna sempre camminare, cerco di limitare al massimo l'equipaggiamento. La sacca con una sola canna, mulinello caricato con lo 0,25 ma con una decina di metri di shock leader dello 0,35, che per lanciare un etto è proprio il minimo. Due forcelline per appoggiarla, un guadino, un borsone dove mettere la pastura sfarinata con il recipiente per bagnarla, i bigattini, gli indispensabili pasturatori, qualche piombo, la bilancia per pesare le prede, la macchina fotografica per rivedere le catture, stracci per asciugarsi le mani e una borsettina con la minuteria e con qualche bobina per i terminali. Inutile portare la nassa, meglio liberare subito i pesci e l'utilissimo un seggiolino.
Alla prima uscita inizio con un terminale dello 0,18 da un metro con un amo del 12 con 4 bigattini, e dopo una decina di minuti e due cariche del pasturatore(fatte con un pochino di bigattini+pastura)ho la prima abboccata, grazie alla attrezzatura decisamente "vintage" che mi sono portato, i pesci si possono forzare molto di più che con la bolognese, e riesco rapidamente a toglierli dalla zona di pastura in modo da non allarmare le future prede. Quando ho l'impressione che i pesci si siano fatti furbi, passo allo 0,16 con un amo del 14 con solo 2 bigattini o addirittura un 16 con un unico bigattino
Dopo circa 4 ore di pesca ho preso una decina di pesci: barbi dai 4 etti ai 2 chili e mezzo, 3 aspi, 2 breme e una carpa di quasi 4 chili, tutti liberati appena slamati, pesati e fotografati.
Trent'anni fa c'erano molti più pesci nel Po, oggi ce n'è meno, alcune specie sembrano scomparse, però oggi, diversamente da allora, praticamente tutto il pescato viene rimesso in acqua, ci sono più pesci di grossa taglia e tecniche per pescarli, il divertimento è assicurato, basta adeguarsi.
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