Quando ho cominciato a pescare nei primi anni '60, nei fossi vicini a casa e nei fiumi c'erano pesci molto diversi da quelli che ci sono ora. Scardole, tinche, lasche, persici, persici sole, alborelle, triotti, vaironi, sanguinerole, ghiozzi, gobioni, lamprede e cobiti, sono ora quasi completamente scomparsi dalle nostre acque, in parte rimpiazzati dalle nuove specie alloctone, quasi tutti predatori, che importati illegalmente o accidentalmente, oramai ci sono e costituiscono il 95% o forse più delle catture di noi pescatori dilettanti. I pescatori (più di bocca buona e sicuramente più poveri) affollavano lunghi tratti del Po, e per chi arrivava tardi, sulla prismata era impossibile trovare posto. Ricordo pescatori che portavano a casa retini con dieci chili di pesce di cui la maggior parte sarebbe stato buttato. Naque allora l'idea di rilasciare il pesce, e Pescare ( allora l'ùnica rivista del settore) cominciò a pubblicare diversi articoli che contribuirono a formare una nuova coscienza, mentre prima si raccomandava di uccidere rapidamente il pesce per farlo soffrire di meno, si cominciò a scrivere che forse era inutile togliere tutti quei pesci dall'ambiente. Ora la Legge impone di uccidere tutto il pescato appartenente alle specie alloctone, cosa che va contro la coscienza ed il buonsenso, tralasciando tutte le problematiche connesse allo smaltimento di questi pesci.
Ai giorni nostri, il tratto del Po che io frequento generalmente, è lungo una quindicina di km, ma durante le mie uscite raramente incontro altri pescatori, tant'è che anche in estate ci sono lunghi tratti di fiume completamente deserti.
Solo una mente malata può pensare che uccidendo quattro siluri tre breme e due aspi le nostre acque tornino popolate da pighi, lasche e savette.
Il mio modesto parere è che tutte queste nuove specie dovranno per forza trovare un loro equilibrio, i predatori devono mangiare altri predatori, già ora si vedono meno grossi siluri di dieci anni fa.
Mio papà uccideva (e mangiava) tutto quello che pescava, però i pesci erano più piccoli e più buoni, oggi i pesci alloctoni sono molto più grandi ed alcuni sono immangiabili, il "catch & release" diventa spesso l'unica scelta, anche per chi come me mangerebbe qualche pesce ogni tanto.
Il blog dell'Antonio, suggerimenti e consigli per costruirsi esche artificiali, galleggianti bombarde e altri piccoli accessori per la pesca, sia in acqua dolce che in mare, con poca tecnologia e materiali di recupero.
sabato 27 dicembre 2014
domenica 30 novembre 2014
Plastificare i piombi da legering
Il livello dei fiumi è troppo alto? Il mare è in burrasca? Piove a dirotto e non si può uscire a pesca? In questi casi generalmente il pescatore decide di dedicarsi alla manutenzione dell'attrezzatura. Un'idea che mi è venuta oggi, è quella di plastificare i piombi da legering, non con le apposite polverine in vendita a caro prezzo, ma con i ben più economici bastoncini di colla a caldo. Il procedimento è facilissimo, basta tenere sopra una fiamma a gas il piombo (bloccato per l'anellino con una pinzetta), uno stick di colla e spalmare questa sul piombo, magari aiutandosi con un ferretto anch'esso scaldato. Quando il rivestimento sarà soddisfacente, basterà immergere il piombo in acqua fredda. Se si preferiscono i colori chiari bisogna però verniciare il piombo di bianco, perchè i colori della colla risultano scarsamente coprenti.
venerdì 21 novembre 2014
Testine piombate
Dopo cinquant'anni di pesca a spinning ho recentemente provato ad usare anche esche di gomma.
Non starò qui ad elencare i numerosi pregi delle esche gommose, quello che voglio suggerire è un modo per autocostruirsi le testine piombate, risparmiando qualcosa, visto che molte volte capiterà di lasciarle sul fondo. Si possono usare ami già predisposti, oppure ami a gambo lungo da mare che scaldati con una fiamma a gas (anche un accendino) si possono poi piegare vicino all'occhiello.
Sull'angolo si stringe poi un piombo da inglese e la testina sarebbe fatta, però con l'uso, il piombo finirebbe per allentarsi ed ossidarsi. Per ovviare a questo possiamo "plastificare" la nostra opera, usando la colla a caldo in stick, io ho usato quella di colore nero, scaldando con il solito accendino sia il piombo sull'amo sia lo stick di colla e rivestendo il piombo con un sottile strato di colla, magari usando un ferretto scaldato, e non è difficile incollare anche un gancetto ricavato da filo metallico che contribuirà a trattenere l'esca. Nella foto si possono vedere i passaggi sopra descritti ed un amo autocostruito con filo armonico 1,20mm.
Non starò qui ad elencare i numerosi pregi delle esche gommose, quello che voglio suggerire è un modo per autocostruirsi le testine piombate, risparmiando qualcosa, visto che molte volte capiterà di lasciarle sul fondo. Si possono usare ami già predisposti, oppure ami a gambo lungo da mare che scaldati con una fiamma a gas (anche un accendino) si possono poi piegare vicino all'occhiello.
Sull'angolo si stringe poi un piombo da inglese e la testina sarebbe fatta, però con l'uso, il piombo finirebbe per allentarsi ed ossidarsi. Per ovviare a questo possiamo "plastificare" la nostra opera, usando la colla a caldo in stick, io ho usato quella di colore nero, scaldando con il solito accendino sia il piombo sull'amo sia lo stick di colla e rivestendo il piombo con un sottile strato di colla, magari usando un ferretto scaldato, e non è difficile incollare anche un gancetto ricavato da filo metallico che contribuirà a trattenere l'esca. Nella foto si possono vedere i passaggi sopra descritti ed un amo autocostruito con filo armonico 1,20mm.
mercoledì 6 agosto 2014
Il Buzzerbait
Non si finisce mai di imparare, domenica ho visto in azione uno di questi stravaganti artificiali, e mi sono convinto della loro efficacia, specialmente in posti poco profondi o in vicinanza di canneti o altri rifugi per i predatori, da dove questa esca, con la sua azione rumorosa possa farli uscire.
La maggior parte dei buzzerbait ha l'elica di alluminio, perchè essendo leggera gira più facilmente, ma io non disponendo al momento di alluminio da 0,5 o 0,6 e fedele all'idea di costruire le esche con quello che si ha a disposizione, ho usato un pezzo di lattina dell'olio, che si taglia con un comune paio di forbici. L'elica è copiata da un costoso buzzer in commercio, e la gonnellina è fatta con strisce di camera d'aria da bici.
Sono andato subito a provarlo in acqua, gira che è un piacere!
La maggior parte dei buzzerbait ha l'elica di alluminio, perchè essendo leggera gira più facilmente, ma io non disponendo al momento di alluminio da 0,5 o 0,6 e fedele all'idea di costruire le esche con quello che si ha a disposizione, ho usato un pezzo di lattina dell'olio, che si taglia con un comune paio di forbici. L'elica è copiata da un costoso buzzer in commercio, e la gonnellina è fatta con strisce di camera d'aria da bici.
Sono andato subito a provarlo in acqua, gira che è un piacere!
mercoledì 4 giugno 2014
Inglese scorrevole con pasturatore
Per pescare in mare ad una certa profondità senza appoggiare l'esca sul fondo, è indispensabile usare un galleggiante scorrevole, che ci permetterà anche con una canna relativamente corta di pescare a 4, 5 metri o anche molti di più di profondità. Personalmente preferisco di gran lunga l'inglese, perchè è molto più semplice da lanciare e non si ingarbuglia praticamente mai, qualità apprezzabilissima specialmente se peschi di notte.
Questo tipo di lenza deve essere piuttosto pesante, non si può pescare a scorrevole con un grammo, allora tanto vale usare un piccolo pasturatore che contiene giusto un pizzico di bigattini, che però escono direttamente sopra l'esca, evitando di fiondare qua e la con il rischio di disperdere i pesci invece di concentrarli. Ho fatto il pasturatore usando una siringa di plastica da 10 ml, ma ognuno può sbizzarrirsi con quello che ha sottomano, o comprarne di già pronti, l'importante è che non sia troppo ingombrante.
Il pasturatore dev'essere fisso sulla lenza, quindi io ci ho fatto passare un pezzo di filo dello 0,30 lasciando lo spazio per poterlo aprire, con una girella sopra dove legare il filo del mulinello con infilato l'aggancio del galleggiante, ed una sotto dove legare la lenza con il finale, Bisogna piombarlo e poi testarlo per vedere quanto pesa sul galleggiante.
Sembra complicato, ma una volta preso il ritmo, funziona che è un piacere, le abboccate non si faranno attendere e spostando il nodo di stop potremo variare la profondità di pesca a piacimento.
Utilissimo un treppiedi con portaesche in modo di non doverci abbassare ad ogni ricarica del pasturatore e per appoggiare la canna in fase di slamatura.
Questo tipo di lenza deve essere piuttosto pesante, non si può pescare a scorrevole con un grammo, allora tanto vale usare un piccolo pasturatore che contiene giusto un pizzico di bigattini, che però escono direttamente sopra l'esca, evitando di fiondare qua e la con il rischio di disperdere i pesci invece di concentrarli. Ho fatto il pasturatore usando una siringa di plastica da 10 ml, ma ognuno può sbizzarrirsi con quello che ha sottomano, o comprarne di già pronti, l'importante è che non sia troppo ingombrante.
Il pasturatore dev'essere fisso sulla lenza, quindi io ci ho fatto passare un pezzo di filo dello 0,30 lasciando lo spazio per poterlo aprire, con una girella sopra dove legare il filo del mulinello con infilato l'aggancio del galleggiante, ed una sotto dove legare la lenza con il finale, Bisogna piombarlo e poi testarlo per vedere quanto pesa sul galleggiante.
Sembra complicato, ma una volta preso il ritmo, funziona che è un piacere, le abboccate non si faranno attendere e spostando il nodo di stop potremo variare la profondità di pesca a piacimento.
Utilissimo un treppiedi con portaesche in modo di non doverci abbassare ad ogni ricarica del pasturatore e per appoggiare la canna in fase di slamatura.
lunedì 5 maggio 2014
Sostituzione della pietra SIC dell'anello guidafilo
Capita a tutti di rompere o perdere la parte interna dell'anello guidafilo, il materiale di cui è composto pur essendo durissimo all'abrasione è anche fragile agli urti , basta un colpo contro un sasso e l'anello salta.
A questo punto normalmente si sostituisce l'intero anello, ma se non abbiamo il filo per legature dello stesso colore, o temiamo di fare un cattivo lavoro che poi avremo sempre davanti agli occhi, possiamo scegliere di sostituire soltanto la parte interna, la cosidetta pietra in carburo di silicio.
Per fortuna questi anellini hanno misure standardizzate e non è difficile trovare un anello che contenga la "pietra" che ci serve, io l'ho tolta da un vecchio anello apicale, ma questo sistema è conveniente anche comprando l'anello nuovo. Per prima cosa bisogna tagliare il contorno di metallo dell'anello "donatore", usando una sega per metalli molto fine, oppure come ho fatto io, con il disco da taglio della smerigliatrice, tenendo in mano l'anello (anche se il disco toccherà la pietra non la scalfirà)
Bisogna pulirla bene per togliere tutti i residui di colla sull'esterno dell'anellino che ha forma cilindrica, una volta pulita la pietra, si pulisce bene anche l'interno dell'anello metallico attaccato alla canna, magari aiutandoci con un pezzo di carta abrasiva arrotolato su un bastoncino tondo, finchè l'anellino in SIC andrà ad incastrarsi nell'anello metallico.
Basterà ora una goccia di colla Attak ed il lavoro è finito
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