Il blog dell'Antonio, suggerimenti e consigli per costruirsi esche artificiali, galleggianti bombarde e altri piccoli accessori per la pesca, sia in acqua dolce che in mare, con poca tecnologia e materiali di recupero.
giovedì 26 novembre 2009
Indimenticabile novembre 2009
Novembre eccezionale, tre lucci di rispettabile dimensione, almeno dal mio punto di vista.
Peso: 5,800, 3,400 e 5,500 kg. Considerando che già in ottobre ne avevo preso uno da 5,200 kg, credo che un autunno così non mi capiterà mai più.
Sono tutti vittima della mia ultima creazione, un cucchiaino ondulante martellato, ad amo singolo senza ardiglione, con protezione antialga, lungo 12 cm e pesante circa 20 grammi.
Grande emozione, chilometri su chilometri di rive molte volte impervie, impigliandomi tra rovi, ortiche e ramaglie, sotto un cielo grigio a volte piovigginoso, a volte in posti mai visitati e scovati studiando le immagini di Google Earth.
Ho lasciato la canna da 2,70 a favore di quella da 2,40, che negli ambienti infrascati credo sia il miglior compromesso, infatti chi cerca di infilarsi nella vegetazione vorrebbe avere una canna da un metro, ma quando dopo aver agevolmente lanciato si trovasse attaccato un pesce da tre o quattro chili, vorrebbe averne in mano una da tre metri.
lunedì 23 novembre 2009
Utili accessori
Ho recentemente visto in vendita un accessorio aggiuntivo per trapano, che serve a mescolare la pastura, simile a quelli usati dai piastrellisti per mescolare la colla nel secchio, o dagli imbianchini per mescolare il colore, solo più piccolo in quanto destinato ad un trapano a batteria, essendo difficile avere l'elettricità sulla scogliera o sulla riva del fiume.
Personalmente non mi porterei mai dietro un trapano a batteria per andare a pescare, invece uso da qualche anno una semplice frusta a mano, che permette di muovere la pastura mentre la si bagna, senza sporcarsi le mani, e ottenendo un composto ben aerato e soffice senza bisogno di setacciarla. Questa nella foto l'ho fatta con l'acciaio inox, ma va benissimo una di quelle da cucina, magari scartata dalla consorte a favore di quelle più moderne con il rivestimento in teflon.
Un altro accessorio indispensabile, specialmente per chi va sugli scogli, è un semplice gancetto da avvitare al manico del guadino, e che se ci cade qualcosa fra gli scogli, ci potrebbe permettere di recuperarlo. A questo proposito converrà legare un'asola di cordino a quegli accessori ( scatolette, coltello, ecc ) che non offrono un aggancio.
giovedì 5 novembre 2009
Uscita a spinning
Luccio di 5,800 Kg.
Ecco il risultato dell'uscita di oggi 5 novembre. Cielo grigio, aria di pioggia, insomma condizioni meteo ideali, tant'è che sono uscito alle 14,30 ed alle 16 ero già di ritorno.
sabato 24 ottobre 2009
Sostituzione degli anelli
Sarà capitato a tutti i pescatori di trovarsi con un anello della canna rotto, se a rompersi è il telaio dell'anello, non c'è niente da fare, si porta da un'abile artigiano, specialmente se la canna è recente e se vogliamo riaverla come nuova, e la facciamo riparare. Se invece non ci importa di avere la legatura perfettamente uguale alle altre, la canna è vecchia, facciamo noi la riparazione, bisogna tagliare la legatura, togliere tutti i residui di vernice e con pochissima colla a caldo incollare nella corretta posizione un anello nuovo. Facciamo poi una bella legatura che poi spalmiamo generosamente con resina trasparente epossidica a due componenti, magari mascherando con nastro adesivo di carta le parti che non vogliamo sporcare. La parte difficile sta nel far asciugare lo strato di resina senza colature, e l'unica è tenere la canna orizzontale e farla ruotare lentamente finchè la resina non è indurita, cioè dai 5 ai 10 minuti.
Se invece a rompersi è solamente l'anellino di pietra dura interno, quelli in SIC, si può facilmente sostituire solo quello, avendo il vantaggio di fare noi una riparazione assolutamente invisibile.
Basterà misurare con il calibro il diametro interno dell'anello del telaio e procurarci un anello nuovo che abbia l'anello di pietra dello stesso diametro, tagliare con un tronchese il telaio per poterlo estrarre, raschiare l'esterno per togliere eventuali tracce di colla, posizionarlo sul telaio della nostra canna verificando che sia della misura giusta (deve rimanere in posizione anche senza colla) e infine incollarlo con una goccia di cianoacrilato.
Le immagini vogliono illustrare a chi ci volesse provare, il metodo per fare una buona legatura.
giovedì 15 ottobre 2009
Lucci grossi ma molto rari
Molti anni fa, quando andavo per lucci, era perfettamente normale catturare tre o quattro lucci ad ogni uscita, la difficoltà stava nel catturare un "bel" luccio, diciamo oltre i due chili, così che pur avendo visto e allamato diversi lucci, finivo per rimetterli in acqua quasi tutti.
Al giorno d'oggi, frequentando gli stessi posti, o non si riesce a vedere l'ombra di un luccio, che è di gran lunga la cosa più probabile, o com' è successo oggi salta fuori il luccione. I lucci dalle mie parti sono quasi estinti. Dipenderà dalla concorrenza, siluri al primo posto, ma anche aspi e perca, che gli contendono il poco pesce foraggio rimasto, scomparse le scardole che infestavano le lanche, scomparsi i vaironi, gli infestanti persici sole, le lasche, spariti quasi del tutto i triotti e i gobioni, sostituiti da rodeo amaro e gambusie.
Sicuramente c'erano più lucci, e anche grossi, solo che come sanno tutti gli appassionati di spinning, se in una buca sono presenti diversi lucci, sarà difficile che sull'artificiale arrivi prima quello più grosso, in quanto sono quelli sotto il kg ad essere più aggressivi (e meno prudenti), il luccione difficilmente inseguirà l'esca per più di un metro o due, bisogna lanciare l'artificiale vicinissimo alla sua presunta tana, oppure trovarlo allo scoperto in caccia, in queste rare occasioni è molto aggressivo e imprudente, ma in oltre quarant'anni di girovagare, mi sarà capitato due o tre volte.
Di fatto, durante le mie solitarie camminate con canna e cucchiaino, non incontro mai nessuno, non ho quasi più nessun concorrente, dalle mie parti lo spinning paga poco, chi volesse iniziare oggi con questa tecnica, dopo tre o quattro cappotti di fila, difficilmente sarebbe tentato di ripetere l'esperienza, a me non importa, posso fare anche dieci uscite a vuoto e poi costruire un artificiale nuovo e non vedere l'ora di andare a provarlo, perche sono sicuro che da qualche parte, sotto un ramo sommerso, c'e un luccio enorme che l'aspetta.
Al giorno d'oggi, frequentando gli stessi posti, o non si riesce a vedere l'ombra di un luccio, che è di gran lunga la cosa più probabile, o com' è successo oggi salta fuori il luccione. I lucci dalle mie parti sono quasi estinti. Dipenderà dalla concorrenza, siluri al primo posto, ma anche aspi e perca, che gli contendono il poco pesce foraggio rimasto, scomparse le scardole che infestavano le lanche, scomparsi i vaironi, gli infestanti persici sole, le lasche, spariti quasi del tutto i triotti e i gobioni, sostituiti da rodeo amaro e gambusie.
Sicuramente c'erano più lucci, e anche grossi, solo che come sanno tutti gli appassionati di spinning, se in una buca sono presenti diversi lucci, sarà difficile che sull'artificiale arrivi prima quello più grosso, in quanto sono quelli sotto il kg ad essere più aggressivi (e meno prudenti), il luccione difficilmente inseguirà l'esca per più di un metro o due, bisogna lanciare l'artificiale vicinissimo alla sua presunta tana, oppure trovarlo allo scoperto in caccia, in queste rare occasioni è molto aggressivo e imprudente, ma in oltre quarant'anni di girovagare, mi sarà capitato due o tre volte.
Di fatto, durante le mie solitarie camminate con canna e cucchiaino, non incontro mai nessuno, non ho quasi più nessun concorrente, dalle mie parti lo spinning paga poco, chi volesse iniziare oggi con questa tecnica, dopo tre o quattro cappotti di fila, difficilmente sarebbe tentato di ripetere l'esperienza, a me non importa, posso fare anche dieci uscite a vuoto e poi costruire un artificiale nuovo e non vedere l'ora di andare a provarlo, perche sono sicuro che da qualche parte, sotto un ramo sommerso, c'e un luccio enorme che l'aspetta.
martedì 15 settembre 2009
pesci diffidenti
A tutti noi è capitato pescando a fondo dalla scogliera o dal molo, di vedere una toccata che faceva pensare ad una abboccata e poi basta, abbiamo aspettato, presa la canna e tenuta con mano leggera sperando inutilmente di avvertire la partenza che segnala l'avvenuta abboccata. Succede spesso che il pesce avvertendo la resistenza della canna, anche se morbida, dopo aver assaggiato l'esca la abbandoni, ed è risaputo che la diffidenza dei pesci dipende dall'esperienza vissuta, quindi pesce grosso = pesce diffidente. Per non fare avvertire alla nostra futura preda la resistenza della canna, oltre ad usare canne con cimini sottili, alcuni usano mulinelli con bait runner che è in pratica come avere la frizione tutta aperta, ma a volte anche questo non basta, e capita che un'orata si prenda un metro o due di filo e poi abbandoni l'esca. Il miglior metodo, secondo certi astuti frequentatori delle scogliere, con i quali mi trovo pienamente daccordo, è tenere aperto l'archetto del mulinello, con il filo tenuto da una mollettina, in modo che alla prima tiratina si sganci, lasciando uscire liberamente il filo dalla bobina, così se in quel momento stiamo guardando altrove, magari stiamo preparando l'altra canna o guardando la ragazza sullo scoglio vicino, appena riportiamo gli occhi sulla prima canna ci accorgiamo dell'abboccata. E' importante che la canna sporga sull'acqua, altimenti il filo finirà sugli scogli, finendo preda delle patelle. La mollettina della foto è fatta con un pezzetto di bambù tagliata e con una legatura ad una estremità perchè non si apra. Ovviamente si possono costruire moltissimi modelli diversi di queste mollettine e mi piacerebbe che chi è interessato, provasse fino a trovare un modello adatto, "su misura" per chi lo usa e per le condizioni locali e del mare.
Aguglie difficili
Quello che rende affascinante la pesca, dal mio punto di vista, è il continuo variare delle condizioni non solo del mare, ma anche della disponibilità del pesce ad abboccare, l'incertezza della presenza dei pesci, ieri c'erano, oggi il mare è uguale ma di pesci non se ne vedono, bisogna quindi adattarsi e tentare nuove tecniche o varianti delle solite, e non insistere con il solito sistema di pesca perchè "si sono sempre pescati così", immaginate la noia sapendo che se vai a pescare in quel posto, con quell'esca, il pesce è garantito. L'aguglia è un pesce generalmente "facile " da catturare, ma può accadere di vedere questi pesci inseguire l'esca, attaccarla e poi non ingoiarla. Nella pesca dell'aguglia con la bombarda (galleggiante) e con il bigattino non è raro veder rifiutare l'esca, anche usando finali sottili. Questo potrebbe succedere perchè rallentando opportunamente il recupero fino a fermarsi, l'amo con l'esca affonda, e l'aguglia invece rimane a poche decine di centimetri dalla superficie.
Il primo passo è cambiare il finale, mettendo due metri di 0,12 ed eventualmente sostituire l'amo con uno più piccolo, ma se la situazione non migliora, possiamo infilare un minuscolo galleggiante a pallina (0,5-0,75 g.) sul finale fermandolo a circa 40 cm. dall'amo. Ovviamente il raggio d'azione sarà più limitato, ma potremo fermare il recupero ai primi segni di attacco mantenendo comunque l'esca in superficie, si vedrà il galleggiantino sparire o scattare lateralmente, segno che l'aguglia ha finalmente inghiottito l'esca. La foto ha lo scopo di mostrare lo schema della montatura che ho fatto con un trecciato per questioni di visibilità.
sabato 1 agosto 2009
antenne alternative
Molti galleggianti tradizionali, o all'inglese montano un'antenna da 4,5 mm, in modo da poterla sostituire con una starlite al calar della notte, senza dover sostituire tutta la lenza.
Di solito sono di plastica piena, ed hanno una lunghezza di poco superiore a quella della starlite.
Se vogliamo rendere più visibile il nostro galleggiante, possiamo facilmente costruirci delle antenne alternative che a parità di peso, hanno il vantaggio di poter essere più lunghe, in quanto vuote all'interno.
Queste antenne, sono ricavate da una cannuccia del diametro di 4,5 mm di quelle che sono all'interno degli spruzzatori di detergenti per vetri, sgrassatori ecc. ( io l'ho presa da un flacone vuoto di chante clair). Dopo aver tagliato i pezzi della misura giusta, bisogna chiudere le estremità, io l'ho fatto colandoci della colla a caldo, e dopo averli rifiniti con carta vetrata, bisogna renderli opachi con carta finissima perchè il colore si attacchi.
Il colore fluorescente si trova nei negozi che vendono articoli per belle arti, decoupage ecc. e si diluisce con acqua, ciononostante una volta asciutto sarà resistentissimo.
Nelle immagini non è evidente, ma viste dal vero queste antenne sono molto più vistose di quelle originali, ed essendo trasparenti all'interno, quando sono esposte al sole sembrano illuminarsi, specialmente quelle rosse, anche con una sola mano di colore.
Per quelle gialle, è consigliabile dare due mani, oppure dare prima una mano di bianco, saranno molto visibili in condizioni di luce scarsa come l'alba o dopo il tramonto.
giovedì 16 luglio 2009
Attirare l'attenzione
Ogni pescatore, è necessariamente una persona dotata, tra le altre cose, di una buona immaginazione, così quando peschiamo dalla spiaggia o dal molo, dopo aver lanciato le nostre esche nell'immenso mare davanti a noi e passati i primi dieci quindici minuti senza vedere segnali di abboccata, immaginiamo la nostra piccola esca posata sul fondale sabbioso e uniforme, e immaginiamo un branchetto di mormore, che però sta pascolando poco lontano senza accorgersi del nostro verme. Prendiamo quindi la prima delle canne che abbiamo messo in pesca, e recuperiamo un metro o poco più di filo, sperando di attirare l'attenzione di un pesce, poi prendiamo l'altra e facciamo lo stesso, e come sanno tutti coloro che praticano questa tecnica, molte volte questa cosa funziona.
Il fatto certo è che dove tutto è immobile, se all'improvviso si alza uno sbuffo di sabbia (causato dal nostro piombo che abbiamo spostato) è probabile che un pesce di passaggio decida di dare un'occhiata, accorgendosi finalmente dell'esca.
La collanina che imita un verme è fatta con perline di vetro color rosso scuro con riflessi iridescenti, simili a quelli dell'arenicola, infilate su uno 0,25 lungo una quarantina di centimetri (quello della foto è troppo corto) con un'asola sopra e sotto, e va piazzata tra l'anti-tangle o il piombo scorrevole ed il finale con l'amo, che sarà piuttosto corto, ed ha proprio lo scopo di attirare l'attenzione del pesce che attirato dal movimento trova poi l'esca vera.
A me è capitato di usare con successo queste collanine di giorno, mentre di notte se ne possono usare altre con dentro qualche perlina fosforescente "caricata" con la lampada da testa.
martedì 24 marzo 2009
La pinza per gli anellini
Un attrezzo del quale fino a ieri non conoscevo l'esistenza è questo, la pinza per aprire quegli anellini che uniscono l'ancoretta all'artificiale. Ieri sera, mentre stavo curiosando in un sito tedesco (bleigussformen.de) dove si possono comprare anche stampi per piombi, ho scoperto questo accessorio, che per chi come me costruisce artificiali è indispensabile. Per risparmiare, ho pensato di ricorrere al solito "faccio da me".
Come si vede dalle foto, l'ho realizzata in un quarto d'ora modificando una vecchia pinza a becchi tondi, e funziona benissimo.
Protezione per ancorette
Per chi come me, ama pescare a spinning, ad ogni uscita si pone il problema di quali artificiali portarsi dietro. La pesca a spinning è fatta soprattutto di spostamenti, si cammina, si scende sulla sponda, si lancia qua e la, si risale, ci si sposta di venti metri e si riscende, a volte tra un posto e l'altro ci sono cento metri, a volte lasciato il nostro mezzo di trasporto, dovremo camminare mezz'ora per arrivare alla meta, nasce allora la necessità di limitare il più possibile il peso dell'attrezzatura. Cerchiamo di pensare al posto, ai pesci che potrebbero attaccare le nostre esche, e ai tre o quattro "preferiti" aggiungiamo: due o tre nuovi da provare, uno modificato, qualcosa di piccolo che non si sa mai, qualcosa di taglia XL perche non si può mai sapere, e in men che non si dica ci troviamo con un chilo di metalli vari, al quale vanno aggiunti indispensabili accessori, le girelle con moschettone, un coltellino, fotocamera, cellulare, ecc.
Tutte queste cose vanno distribuite nelle numerose tasche del gilet da pesca, e per evitare dolorose punture e grovigli inestricabili dobbiamo coprire le ancorette con queste protezioni ricavate da imballaggi.
Come si può vedere dalle foto, per tagliare la schiuma, ho usato un pezzo di una vecchia canna da pesca, affilato all'esterno come una fustella, che ovviamente non va battuto con il martello, ma forzato a mano facendolo girare. Con la stessa tecnica ho fatto il foro centrale, e un taglio per poter infilare l'ancoretta.
mercoledì 18 febbraio 2009
Ia sonda
Per chi pesca con la canna, fissa o bolognese, c'è all'inizio dell'azione di pesca vera e propria un momento fondamentale, il sondaggio del fondo. Si appende all'amo un piccolo peso che una volta in acqua ci permette di posizionare il galleggiante secondo la profondità del punto esatto di pesca, sia che decidiamo di tenere l'esca ben posata sul fondo, sia che vogliamo solo sfiorarlo. Sono convinto che le sonde, siano anche uno degli accessori da pesca più facili da perdere, per cui non bastano mai.
Per costruire le sonde, basta avvolgere strettamente un pezzettino di schiuma da imballaggi, in una strisciolina di piombo, lasciando sporgerne un mezzo centimetro alle estremità, dove potremo infilare il nostro amo. Tagliamo con una cesoia qualche strisciolina di piombo, variando le dimensioni o lo spessore del matteriale, così da averne di diverse grammature, poi aiutandoci con le pinze, stringiamo il pezzetto di spugna, e la sonda è pronta.
Per tagliare il cilindretto di schiuma di poliuretano si può usare come fustella un pezzetto di tubetto di fibra di vetro, che in origine era un cimino di canna da pesca.
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